Come si esce dalla crisi? Gli americani hanno paura che la turbolenza europea possa contagiare l’economia statunitense e, attraverso il ministro del Tesoro Geithner, chiedono di moltiplicare le risorse dell’Efsf, il fondo ‘salva Stati’ per soccorrere i Paesi in difficoltà.
Il suo omologo tedesco, il ministro Schauble, invece pensa che “il consolidamento è una precondizione per qualsiasi soluzione europea. La solidarietà europea non può rimpiazzare gli sforzi di un Governo per migliorare la propria economia”. In pratica gli Stati devono fare da soli, devono ristrutturarsi e il ministro, per chi non lo avesse voluto capire, lo ha ulteriormente specificato dicendo che “un alcolizzato non si cura con l’alcol”.
I debiti non si eliminano facendone altri o spostandoli, checché ne dica Keynes il lungo termine arriva e qualcuno dovrà pagare e visto che probabilmente non arriverà nessun fondo a salvarci dobbiamo “ristrutturarci” da soli.
Se il problema dell’attuale crisi riguarda il debito sovrano e cioè il fatto che – nonostante l’altissima pressione fiscale – lo Stato abbia speso molti più soldi di quanti ne ha incassati, la soluzione non può essere quella di aumentare le tasse per dare altri soldi a una amministrazione pubblica spendacciona e inefficiente.
La strada obbligata è quella di diminuire le spese, restituire al mercato il beni dello Stato che sono in mano alla casta dei politici e tagliare gli sprechi. In pratica quanto non è stato fatto nella manovra che, fatte le debite proporzioni, non rappresenta nemmeno la metà di quelle fatte da Gran Bretagna e Stati Uniti.
Comunque la situazione dell’Italia non è così grave e il Belpaese ha ampi margini per uscire dalla crisi, anzi, secondo Edward Luttwak, è il Paese al mondo che può migliorare più facilmente la propria condizione perché “le altre nazioni per farlo sarebbero costrette a tagliare i servizi, qui basta cominciare a tagliare gli sprechi”.
Il politologo americano fa alcuni piccoli esempi che sono impressionanti: “Deve solo tagliare il salario al Presidente della provincia di Bolzano che in un mese guadagna il 40% in più del presidente degli Usa Barack Obama e abolire il Molise: una regione in cui ci sono un’amministrazione regionale, due amministrazioni provinciali, 105 comuni e 300mila abitanti: un municipio esteso come una parte di Houston, nel Texas, che è retta da un vicesindaco e due funzionari (…) io sono disposto ad essere sindaco del Molise.”
Luttwak fa l’esempio degli stipendi dei giudici che, unico caso al mondo, sono legati a quelli dei politici, le classiche e famigerate auto blu (“a Washington ce ne sono 24-26, in Italia 60.000”) e anche le spese del Quirinale che, nonostante i risparmi di Napolitano, sono ancora il doppio di Buckingham Palace.
L’elenco potrebbe non finire mai: province, comunità montane, falsi invalidi, forestali, fino ad arrivare alle cose più piccole ma fortemente simboliche come i 450.000 euro spesi nel 2011 per offrire le sigarette agli immigrati nel solo CIE di Lampedusa.
Diceva uno spot “Basta poco, che ce vò?”, ma c’è qualcuno oggi in Italia che abbia un po’ di consapevolezza e un minimo di coraggio?
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