De Magistris con quel “abbiamo scassato” voleva indicare la rottura definitiva di certi equilibri sociali che hanno imputridito Napoli e l’inizio di una rivoluzione che aveva alcuni punti fortemente caratterizzanti: risoluzione del problema rifiuti attraverso la cosiddetta ‘differenziata spinta’, legalità, laicità, ambientalismo e ‘democrazia partecipata’. Dopo appena quattro mesi alcuni di questi pilastri sono crollati, altri vacillano o hanno delle crepe e la ‘rivoluzione’ si sta trasformando in una camaleontico e gattopardesco adattamento populista.
Il problema dei rifiuti, che era il punto fondamentale della campagna dell’ex pm, doveva essere risolto portando la differenziata al 70% entro sei mesi; la percentuale a oggi è addirittura calata rispetto alla disastrosa gestione Iervolino ed è ancora sotto il 20%. Siccome è irrealistico che nei prossimi mesi ci sia un’impennata del 350%, bisogna ammettere che la prima promessa è clamorosamente fallita. Niente differenziata ma molto riciclo. Infatti de Magistris ha ripescato, dopo averla derisa per tutta la campagna elettorale, la proposta del rivale Lettieri di portare con le navi i rifiuti in un Paese del Nord Europa.
L’altra bandiera ammainata della ‘rivoluzione arancione’ è stata quella della laicità: in occasione del ‘miracolo di S. Gennaro’ Giggino si è inchinato e ha baciato la teca, con un gesto che a Napoli ha da sempre un significato sia politico che religioso. Un illustre predecessore come Valenzi, pur partecipando alla cerimonia, si è sempre defilato al momento del ‘bacio’. Giggino non ha seguito l’esempio del sindaco a cui dice di ispirarsi, ma quello del tanto odiato Bassolino che attraverso quel bacio rinnovava ogni anno il patto partenopeo fra ‘trono ed altare’. La questione non è sfuggita nemmeno alla ‘stampa amica’ e infatti anche Gramellini ha definito la scena come una chiara “sottomissione dell’autorità civile a quella ecclesiastica. Bel risultato davvero, per uno che si presentava come il sovvertitore delle abitudini sclerotizzate della città”.
Anche sul fronte Legalità de Magistris ha fatto un po’ di giravolte, a esempio come primo atto ha nominato assessore un condannato. Come giustificazione del proprio operato il sindaco ha detto che “le leggi si possono violare quando sono ingiuste” inserendo un criterio di discrezionalità di cui potrebbe usufruire qualsiasi condannato. Ma, ovviamente, per Giggino tale discrimine vale solo per i ‘suoi’ condannati.
Le metamorfosi, i cambiamenti di opinione e di personalità del Masaniello arancione sono innumerevoli: Napolitano viene incensato come baluardo della Carta e della democrazia dopo essere stato ripetutamente accusato per aver promulgato leggi anticostituzionali. Il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, all’epoca delle regionali, è stato obiettivo di feroci attacchi in quanto pluri indagato, mentre oggi è oggetto di abbracci e complimenti. Ha cambiato idea persino su Giggino ‘a purpetta’ Cesaro, presidente PdL della provincia e amico fidato di Cosentino: prima era disprezzato perché indagato per camorra, ora è un ottimo partner istituzionale. De Magistris ha smentito anche chi pensa che l’unica cosa eterna sia il tifo per la propria squadra di calcio: da tifoso dell’Inter è diventato ultrà del Napoli.
L’ultimo pilastro a cadere è quello della ‘democrazia partecipata’. Da decenni a Napoli si discute sulla bonifica e la riqualificazione di Bagnoli e in particolare della cosiddetta ‘colmata a mare’ (una piattaforma di detriti, ghisa, acciaio e cemento), ma nonostante le promesse non c’è spazio per nessuna decisione ‘partecipata’ sul tema. In quella zona ci saranno le regate della Coppa America e per de Magistris “la rapidità condiziona il dibattito (…) abbiamo bisogno di decisioni in tempi rapidi (…) sull’America’s Cup la tempistica è obbligata, o sì, o no” e quindi in questo caso la tanto decantata ‘democrazia partecipata’ è solo di impiccio.
Nonostante le mancate promesse, le numerose incoerenze, le variazioni di programma, personalità e umore, l’approvazione nei suoi confronti è molto alta. La spiegazione è che de Magistris ha preferito la ricerca del consenso alla ‘rivoluzione’, mettendosi nel lungo solco tracciato prima da Lauro e poi da Bassolino: la scelta dell’entusiasmo, della sostituzione della ragione per mezzo dell’illusione, dell’apparenza al posto della concretezza e l’appello ai sentimenti e alla fantasia.
Ma qualcosa si muove anche tra chi lo ha sostenuto, come gli ambientalisti, che lamentano la “retorica degli annunci che sembra ricalcare le giunte precedenti” e il fatto che, fregandosene di partecipazione e dialogo, “de Magistris decide da solo”. A Napoli c’è già qualcuno che si è ‘rotto’ del sindaco che aveva ‘scassato’.
© Rivoluzione Liberale

Quadro impietoso e ,ritengo, eccessivamente negativo del nuovo sindaco di Napoli. Il quale certamente si sta rivelando inferiore alle aspettative ed alle promesse elettorali, concentrato sempre sulla difensiva e sulla ricerca di plausi per iniziative appena varate ed ancora vacillanti. Purtuttavia sta recuoerando Napoli dall’abbisso dell’incuria cui l’aveva abituata l’amministrazione Iervolino-Bassolino. Il ritorno alla legalità che sta perseguendo, da magistarato forse più che da politico, nel recupero del funzionamento della macchina comunale, nella gestione dei fondi, nell’assegnazione delle case popolari, sono segnali positivi che Napoli apprezza al di là delle defaillance su altri problemi. E può realizzare una politica di piccoli passi verso la normalità, che forse era l’unica concretamente proponibile, al di là delle mirabilia promesse dai candidati in campagna elettorale. Giggino non sta facendo miracoli e non è il supereroe che crede (o credeva), ma sotto sotto ha una scorza di borghese concreto su cui speriamo si possa contare per risollevare poco a poco Napoli ad un livello accettabile. Giusto perchè la prossima volta si riesca ad attirare qualche candidatura a Sindaco di maggior spessore, migliore degli avventurieri o dei temerari scesi in campo questa volta.
a me sembra di rivedere, con tutte le differenze del caso, il Bassolino dei primi tempi…quello che servirebbe è “la politica dei piccoli passi” di cui parli tu, ma io fin’ora ho visto solo grandi sparate.
inoltre le ambizioni nazionali a nemmeno un anno dalla nomina a sindaco indicano più la voglia di fare carriera che l’intenzione di risolvere i problemi. ti ricordi l’ascesa nazionale di Bassolino e la nomina diministro del Lavoro? per de magistris quanto più sarà rapida l’ascesa, tanto più sarà fragoroso il botto…