Woody Allen vuole girare a Roma. Non nel senso di farsi una passeggiata tra chiese, monumenti e siti archeologici. Magari pure quello, visto che per un lungo periodo si trasferirà armi e bagagli con la sua famiglia. Ma il regista, attore, sceneggiatore e scrittore statunitense, nella Città Eterna vuole proprio realizzare un film e tornare anche alla recitazione. Roma gli manca, dopo quarantaquattro performance dietro la cinepresa, senza contare tutte le volte che si è messo in gioco anche come protagonista. E pare che stavolta sarà anche produttore. L’appuntamento per le riprese sembra essere fissato la prossima estate. Ancora nulla trapela sul resto del cast né sul titolo.
L’ambizione del “dittatore dello Stato libero di Bananas” non può certo sorprendere. Lui è da sempre amatissimo in Europa, più di quanto lo sia negli States, dove forse paga l’eccesso di semplicioneria del pubblico a stelle e strisce. Da noi, invece, miete consensi. E negli ultimi anni ci ha ringraziato ambientando alcune delle sue opere filmiche nelle più affascinanti metropoli del Vecchio Continente: Match Point e Scoop a Londra (2005 e 2006), Vicky Cristina Barcellona (2008) in Spagna, appunto nella capitale catalana. E, in ultimo, Midnight in Paris (a Parigi, naturalmente), film che fra l’altro il prossimo 11 maggio aprirà il Festival di Cannes.
Che cosa aspettarsi? Difficile che Allen faccia fiasco.
Qualche volta gli è capitato di servire piatti un po’ insipidi. Ma per lo più con lui il divertimento è assicurato, sulla base d’intrecci impeccabili e dialoghi avvincenti. Per quanto riguarda un film da situare a Roma, la curiosità è tanta, con una punta d’ansia, però: infatti è spesso capitato che ottimi cineasti e attori forestieri, all’ombra del Colosseo non abbiano dato il meglio di sé. Ma il settantacinquenne newyorkese ha al suo arco la freccia dell’innamoramento per i luoghi in cui lavora. E la nostra capitale in questo senso non dovrebbe fare eccezione.

Concordo sul livello più che buono dell’ultima produzione alleniana di matrice europea (ambientazioni ma anche capitali per finanzire i film, visto che in Usa il vecchio Woody quando bussa quattrini manco gli aprono), ma tremo all’idea che ritorni anche davanti alla cinepresa, magari innamorato ricambiato di favolose ninfe ventenni. In Italia con gli ultra-settantenni celebri e costantemente arrapati saremmo a posto, grazie. Il tempo passa per tutti, spero che gli mettano del bromuro nell’abbacchio.